Non siamo come macchine
Lasciare una carriera avviata per ritrovare se stessi: così, le “grandi dimissioni” – come vengono chiamate – si fanno strada nello scenario odierno come un fenomeno di crescente rilievo. Non si tratta solo di fuggire dalla frenesia convulsa di una quotidianità lavorativa oltremodo impegnativa, ma di riscoprire l’importanza del prendersi cura, di se stessi e degli altri. Se, da un lato, si abbandona un lavoro promettente, dall’altro si rifiutano ritmi e vincoli di una condizione occupazionale insostenibile sul lungo periodo.
La situazione pandemica ha aperto gli occhi a molti lavoratori, dal momento che li ha costretti a un allontanamento forzato dal luogo di lavoro. Ne sono emerse opportunità da sperimentare, che potrebbero migliorare la quotidianità dei singoli e della collettività.
Il tentativo deve essere quello di ritessere legami cui non si è avuto il tempo e la forza di riservare la giusta attenzione; sanare quel conflitto costante tra il tempo da trascorrere con la propria famiglia e quello da dedicare agli impegni lavorativi; reimparare a guardare negli occhi quel vicino che a lungo abbiamo tenuto distante; riscoprire la bellezza di abitare la propria casa e il proprio territorio.
Abitare in forme generative significa comprendere che non siamo come macchine, non siamo in grado di funzionare senza limiti. Per questo, divengono fondamentali relazioni e supporto reciproco, entro luoghi in grado di accogliere la fragilità che ci caratterizza.
A Generavivo Bergamo via Guerrazzi troverà spazio un’area concentrazione per la lettura, lo studio, il lavoro, una sala culturale per la creatività e lo svago, un angolo dedicato al silenzio, alla meditazione, al riposo.