Da Generare luoghi di vita. Nuove forme dell’abitare
Edizioni Paoline, 2022 | Pagine 83-87
[Generavivo è presentato tra le esperienze in grado di reimmaginare l’abitare ripartendo dalle relazioni. Opportunità di rinascita e di sviluppo generativo, “capaci di innescare una trasformazione positiva del mondo”.]
Generavivo è un progetto abitativo che nasce a Bergamo nel 2019 per dare forma a luoghi e tempi dell’abitare generativo. Alla guida dell’iniziativa, la Cooperativa Edilizia Abitare Condividere, realtà ispirata a principi diconvivialità e partecipazione.
Riproponendo in chiave moderna la struttura architettonica delle tradizionali cascine lombarde, costruite attorno a una corte comune, Generavivo comprende quattro edifici, con una sessantina di unità abitative assegnate principalmente in proprietà. A favorire uno stretto legame con la terra è la presenza, entro il contesto, di un parco-frutteto e di orti collettivi.
Al centro dell’iniziativa, la dimensione sociale e relazionale tra gli abitanti, resi protagonisti di un articolato percorso di attivazione della comunità e di co-progettazione degli spazi comuni. Oltre alle zone all’aperto, più di cinquecento metri quadri coperti: una cucina condivisa con annessa zona conviviale, un centro culturale, una lavanderia-stireria, un’area dedicata ai più piccoli, una zona concentrazione per lo studio e il lavoro, un’area fitness per il benessere fisico, un ambulatorio medico-infermieristico, una casetta dedicata ai temi della sostenibilità, un deposito per gruppi di acquisto solidale, un’attrezzeria con ciclofficina.
Gli abitanti si sono riconosciuti accomunati da una predisposizione all’apertura all’altro, che non diviene tuttavia precondizione di accesso all’iniziativa: sebbene gli elementi ideali alla base del progetto siano stati descritti con enfasi e dettaglio in fase di proposta, non vi sono impegni di partecipazione prefissati. Il tema della libertà personale rimane certamente centrale, in un sem- pre rinnovato equilibrio tra adesione e ritiro.
A questo si lega la necessità, fortemente sentita dagli abitanti, di bilanciare privacy e intimità familiare con la convivenza entro un contesto comune. Il rispetto reciproco è considerato basilare per realizzare una realtà di condivisione senza invadenza.
Appare d’altra parte centrale immaginare nel progetto un luogo e un tempo che fungano da focolare per la comunità: ritrovo e occasione di scambio, ma anche opportunità di confermare e rinvigorire senso e significato dell’iniziativa, in alcun modo riducibile alla mera gestione funzionale degli spazi comuni.
Il legame con il quartiere Villaggio degli Sposi, entro il quale Generavivo si inserisce, è uno dei fondamenti dell’iniziativa: sin dalle prime fasi progettuali gli abitanti hanno avuto numerose occasioni di scambio con rappresentanti del territorio, imparando a conoscere le opportunità della zona e le realtà già attive. Il contesto abitativo vuole essere osmotico rispetto al quartiere, pur consapevole che, soprattutto in una fase iniziale, la fragilità della comunità interna rende necessario un pro- cesso di consolidamento. Anche in quest’ottica, assume estrema importanza l’affiancamento e accompagnamento del gruppo da parte della Cooperativa Sociale Namasté, attiva da oltre vent’anni nella bergamasca e tra gli abitanti del progetto.
Da un lato, Namasté ha l’obiettivo di portare all’interno dell’iniziativa le proprie competenze per favorire momenti di incontro, di condivisione e di accrescimento della fiducia reciproca tra i residenti, oltre che per agevolare la gestione dei conflitti e delle tensioni che naturalmente scaturiscono nella quotidianità di vita; dall’altro, è presente nel contesto con progetti sociali di grande significato: unità abitative destinate all’accoglienza temporanea in situazioni di vulnerabilità e bilocali per persone anziane affiancati da camere per studenti universitari, in un’ottica di sostegno reciproco.
In una cornice fortemente intergenerazionale, sono molte le coppie giovani che hanno deciso di aderire a Generavivo, desiderose di costruire una realtà che sia supporto per la famiglia e antidoto all’isolamento. L’immaginario è quello di un contesto in cui gli aiuti vicendevoli siano quotidiani: il pensionato che si offre di accompagnare a scuola i bambini di genitori più impegnati, l’appassionato di barbecue che organizza la grigliata domenicale per tutti, l’anziano influenzato che riceve la minestra calda preparata dalla famiglia del pia- no di sotto, il papà che coinvolge i ragazzi per una gita allo stadio a vedere l’Atalanta.
Certamente non mancano le paure e le preoccupazioni per una forma dell’abitare apparentemente distante da ciò cui si è comunemente abituati e che allo stesso modo comporta un impegno di investimento notevole. Tuttavia, gli abitanti hanno voglia di dare vita a un luogo ricco di stimoli, dove le persone abbiano modo di mettersi in gioco ed esprimere se stesse, pronte ad ascoltare e confrontarsi con punti di vista differenti per superare anche fisiologici momenti di conflitto. Un luogo accogliente per tutti, dove potersi sentire profondamente a casa.
Per scoprire di più: https://www.paoline.it/news/novita-libri/generare-luoghi-di-vita.html